Articoli dalla letteratura internazionale
Gli italiani conoscono (abbastanza) la differenza tra dentista ed odontotecnico, però dall’abusivo ci vanno. Il parere del presidente CAO Giuseppe Renzo
29th Nov 2016 | Posted in: Articoli dalla letteratura internazionale, Blog 0

Tra i tanti quesiti che la ricerca Doxa-AIOP ha posto agli italiani c’era anche quello che cercava di capire se fossero chiare le differenze tra dentista ed odontotecnico.
Questo il quesito posto: “Per quanto ne sa, il dentista e l’odontotecnico sono figure professionali differenti oppure sono la stessa cosa, fanno lo stesso lavoro?
E la risposta sembra indicare che sulla questione gli italiani sembrano avere le idee chiare visto che l’89% dichiara che sono figure professionali differenti. Di contro, il 5% dice che sono la stessa cosa, mentre il 6% non sa.

Per essere sicuri che l’intervistato abbia risposto con competenza a coloro che hanno detto di spere la differenza è stato chiesto di indicare “di cosa si occupa l’odontotecnici”.
Il 91% ha detto che l’odontotecnico realizza/costruisce la protesi, l’1% che costruisce apparecchi per i denti, l’1% che si occupa di lavoro tecnico sui denti, il 2% non hanno identificato correttamente le mansioni mentre il 6 % non ha saputo rispondere.

Ben sapendo che l’11% di italiani della fascia di età presa in considerazione è comunque un numero considerevole (oltre 3 milioni di italiani aveva fatto notare il presidente AIOP Fabio Carboncini durante la presentazione della ricerca ), abbiamo voluto chiedere al presidente nazionale CAO Giuseppe Renzo, da sempre attento a denunciare il fenomeno dell’abusivismo, come mai , conoscendo la differenza, dal finto dentista ci vanno.

Nella realtà non mi sembra ci sia tutta questa consapevolezza nell’opinione pubblica sulla fondamentale distinzione fra odontotecnico ed odontoiatra. Tanto è vero che più volte la CAO Nazionale ha sottolineato che al di la di ogni formalismo sarebbe sufficiente definire l’odontoiatra come “Medico Dentista” proprio per evitare pericolose confusioni.
Non voglio sembrare pessimista ma a volte questa distinzione non è chiara neanche sui mezzi di comunicazione: più volte emerge che si parla impropriamente di odontoiatri quando invece la questione riguarda gli odontotecnici.
Per la verità mi è capitato di peggio: leggere di errori gravi, anche da parte di rappresentanti istituzionali o in documenti ufficiali , quindi , la distinzione non è proprio chiara per niente!

Il Parlamento sta discutendo alcune proposte che tendono a permettere al paziente di capire chi gli mette le mani in bocca, dall’obbligo del cartellino identificativo a quello dell’elenco dei titoli del personale che opera in studio. Basta o si dovrebbe fare di più? Ma cosa?

Queste regole sono senz’altro necessarie e sono direttamente o indirettamente contenute anche nelle disposizioni del Codice Deontologico. Si potrebbe indicare come obbligatorio inserire il nome del professionista sul modulo del consenso informato. Sarebbe oltremodo utile in quelle strutture dove non è chiaro chi prende in carico il paziente.
Non credo però che il problema possa risolversi così semplicemente.
Quello che occorrerebbe è una sorta di campagna di informazione del tipo “pubblicità progresso” attraverso cui informare i cittadini sui rischi che si corrono nel rivolgersi a degli abusivi e sulla insussistenza di quesiti presunti risparmi di spesa. Anche in questo caso, non mi pare che al Ministero abbiano capito l’importanza di questo tipo di informazione che tutelano il diritto della salute; soprattutto quando ci si deve confrontare con budget economici limitati. Ho paura che la verità stia nel fatto che non ci sono soldi.

A quanto apre molti cittadini si rivolgono consapevolmente ad un abusivo credendo di risparmiare o per altri motivi. Non crede che si dovrebbe prevedere in sede giudiziaria una sanzione o penalizzazione anche per il paziente che consapevolmente va dal finto dentista?

In realtà la versa sanzione, purtroppo, per il cittadino che si rivolge ad un abusivo è quella del danno alla persona che troppo spesso si realizza attraverso interventi svolti dagli ambienti adatti e da persone non abilitate a farli.
E’ molto recente la sentenza della Corte di Cassazione Civile del 23 giugno 2016 n° 12996 che oltretutto impedisce al cittadino di far valere a livello contrattuale inadempimento della prestazione svolta da un odontotecnico in quanto il contratto è nullo sin dall’origine e come tale non consente di far valere la responsabilità contrattuale.
Gli incauti che quindi si rivolgono agli odontotecnici per ricevere cure odontoiatriche, sono puniti, purtroppo oltre che per i danni ricevuti anche da un punto di vista della tutela contrattuale.
Unico elemento che mi sento di stressare ulteriormente è quello della comunicazione, della pubblicità progresso : Chi si rivolge ad un abusivo , con l’illusoria speranza del risparmio , sicuramente riceve in cambio danni alla salute dentale , possibili malattie gravi da contaminazione , non può rivalersi e contribuisce a fare aumentare le tasse a tutti , per gli incassi in nero che arricchiscono prestanome e abusivi.

FONTE: odontoiatria33

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